Area archeologica di Luceria
Località:
42026 Canossa
Contatti:
- info@archeovea.it ArcheoVea
Descrizione:
L’Area Archeologica di Luceria è situata nel Comune di Canossa, in provincia di Reggio Emilia, sulla sponda destra del fiume Enza.
Nacque probabilmente come centro mercantile attorno al IV secolo a.C. nella Gallia Cispadana, nel punto in cui si incontravano tre importanti vie di comunicazione.
Storia
La riscoperta della città romana di Luceria, già ricordata con il nome di Noukeria da Tolomeo nella sua Geografia (II sec. d.C.), si deve alla sensibilità dei Farnese, duchi di Parma, i quali finanziarono sul finire del Settecento alcune campagne di scavo dirette da una “Società de’ Parmeggiani” con il fine di recuperare le antichità casualmente segnalate da alcuni rinvenimenti sporadici.
A quell’epoca infatti il versante destro dell’Enza era ancora parte del Ducato di Parma e nel Ducale Museo di Antichità (oggi Museo Archeologico Nazionale) di Parma confluirono i primi reperti.
Fu però tra il 1860 e il 1866 che, sotto la guida di don Gaetano Chierici, vennero effettuate indagini sistematiche che portarono alla luce due nuclei di sepolture con 19 tombe ad incinerazione; alcune di queste con ricchi corredi in argento che raccontano il momento di fusione culturale fra i liguri e i romani durante il I sec. a.C.
Fu proprio grazie ad un’attenta analisi del territorio che Chierici potè individuare le tracce più significative del sito, con alcune strutture e parte della strada basolata, proprio in concomitanza con il rio Luceria, unica traccia toponomastica dell’antico vicus. Grazie alla sua opera che il Gabinetto di Antichità Patrie di Reggio Emilia (oggi Museo “Gaetano Chierici”) si arricchì dei molti materiali provenienti da Luceria.
Scavi archeologici
Le ultime campagne di scavo, realizzate fra il 1983 e il 2008, hanno contribuito a portare alla luce diverse strutture dell’antico abitato aumentando le conoscenze sulle fasi di vita della città. I romani infatti si insediarono in un centro che era già abitato, da popolazioni di cultura Ligure, vista la posizione di rilievo all’imbocco della Val d’Enza lungo una direttrice di traffico trans-appenninico già documentata in età protostorica.
La presenza in età romana della strada di collegamento fra Parma e Lucca, il cui unico tratto certo rinvenuto è proprio a Luceria, spiega l’importanza di questo piccolo centro in un punto in cui si incontrano le risorse prodotte in Appennino e quelle provenienti dalla pianura e dal porto fluviale di Brixellum. Il tratto di strada visibile rappresenta un cardine, con orientamento nord-sud, interno alla centro abitato su cui dovevano sorgere edifici ausiliari al commercio sulla via. La sua struttura a schiena d’asino è composta di ciottoli fluviali posati su strati di ghiaia. Al di sotto gli scavi hanno documentato una pavimentazione stradale precedente.
Il commercio è testimoniato anche dai frammenti di anfore rinvenuti che raccontano di traffici di vino dall’area campano-laziale, di olio dall’istria fino al garum, la tipica salsa iberica a base di acciughe. Nell’area archeologica sono visibili due grandi aree al lato della strada, conservata per una lunghezza di circa 13 metri. Ad est vi sono i resti dei muri di un edificio costruito in più fasi che si affacciava sul marciapiede con un porticato. Alla prima costruzione di dimensioni ridotte e forma quadrangolare, vengono accorpati altri edifici durante la fase imperiale. L’edificio era probabilmente la sede di una casa-bottega, ovvero un edificio polifunzionale di supporto alle attività di commercio che la strada veicolava. Spazi dove consumare pasti, vendere merci e, eventualmente, riposare durante il viaggio. L’area occidentale invece presenta un grande spazio aperto di circa 30x90m, destinato ad ospitare mercati, probabilmente di bestiame. Nella fase più antica la piazza doveva essere circondata da un portico che lascia spazio, durante il I sec. d.C. ad un semplice muro perimetrale.
La nuova Area Archeologica, inaugurata il 31 maggio 2014, occupa il pianoro compreso tra la sponda destra del torrente Enza e la strada provinciale 513; sono ben visibili le vestigia di una vasta area pubblica, di alcuni edifici (botteghe e abitazione) e un tratto dell'antica strada (cardo).
Bibliografia a cura di Simone Gibertini Phd:
Maurizio Corradi-Cervi, Gli scavi di Luceria, Parma, Tipografia già Cooperativa, 1937 (Quaderni de "La giovane montagna", 6).
Otello Siliprandi, Notizie di Luceria, Reggio nell'Emilia, Artigianelli, 1929.
Luciano Patroncini, «Luceria», in Bollettino Storico Reggiano, 2, 4, 1969.
Enrica Cerchi, «Luceria e il popolamento romano nella bassa valle dell'Enza», in L'Emilia in età romana. Ricerche di topografia antica, Modena, Aedes muratoriana, 1987, pp. 69-83.
Enrica Cerch, L'identificazione del centro di Luceria/Nuceria e i rinvenimenti di Ciano d'Enza (RE), tesi di laurea di E. C.; Relatore: Daniela Scagliarini Corlaita, Università degli studi di Bologna, a.a. 1990-1991, 2 volumi, (Università degli studi di Bologna, Facoltà di lettere e filosofia, Corso di laurea in storia ind. antico).
Luciano Patroncini, Luceria d'Enza. Insediamento ligure-romano nel territorio di Canossa, Reggio Emilia, Associazione industriali della provincia di Reggio Emilia, 1994.
Enzo Lippolis, Canossa area archeologica di Luceria, [S.l.] : Gli Amici di Luceria, [199.].
Enzo Lippolis, «3. 17 Canossa, loc. Luceria», in Archeologia dell'Emilia-Romagna, 1, 2, 1997, pp. 75-78.
Roberto Chiari, Gianluca Lanzola, Barbara Truzzi, «I manufatti arenitici del sito archeologico di Luceria (Ciano d'Enza)», in Archeologia dell'Emilia-Romagna, 2, 1, 1998, pp. 127-136.
Enzo Lippolis, «3.28. Canossa, Luceria», in Archeologia dell'Emilia-Romagna, 2, 2, 1998, pp. 78-80.
Enzo Lippolis, «Tannetum e Luceria», in Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a. C. all'età costantiniana, a cura di Mirella Marini Calvani, con la collaborazione di Renata Curina ed Enzo Lippolis, Venezia, Marsilio, 2000, pp. 405-408.
Luceria. Il sito archeologico dallo scavo alla valorizzazione, Ciano d'Enza (RE), Atti della giornata di studi del 31 maggio 2014, a cura di Marco Podini e Francesco Garbasi, Reggio Emilia, Musei Civici, 2014 (Strenna di Pagine d'Archeologia, 3).
Luceria: vivere il passato e progettare il futuro, progettisti: Areas Progetti: Paolo Soragni; collaboratori: Mariachiara Gandolfi, Ilaria Manotti, [S.l. : s.n.], 2016.
Paolo Storchi, Regium Lepidi, Tannetum, Brixellum e Luceria. Studi sul sistema poleografico della provincia di Reggio Emilia in età romana, Roma, Quasar, 2018.
Nacque probabilmente come centro mercantile attorno al IV secolo a.C. nella Gallia Cispadana, nel punto in cui si incontravano tre importanti vie di comunicazione.
Storia
La riscoperta della città romana di Luceria, già ricordata con il nome di Noukeria da Tolomeo nella sua Geografia (II sec. d.C.), si deve alla sensibilità dei Farnese, duchi di Parma, i quali finanziarono sul finire del Settecento alcune campagne di scavo dirette da una “Società de’ Parmeggiani” con il fine di recuperare le antichità casualmente segnalate da alcuni rinvenimenti sporadici.
A quell’epoca infatti il versante destro dell’Enza era ancora parte del Ducato di Parma e nel Ducale Museo di Antichità (oggi Museo Archeologico Nazionale) di Parma confluirono i primi reperti.
Fu però tra il 1860 e il 1866 che, sotto la guida di don Gaetano Chierici, vennero effettuate indagini sistematiche che portarono alla luce due nuclei di sepolture con 19 tombe ad incinerazione; alcune di queste con ricchi corredi in argento che raccontano il momento di fusione culturale fra i liguri e i romani durante il I sec. a.C.
Fu proprio grazie ad un’attenta analisi del territorio che Chierici potè individuare le tracce più significative del sito, con alcune strutture e parte della strada basolata, proprio in concomitanza con il rio Luceria, unica traccia toponomastica dell’antico vicus. Grazie alla sua opera che il Gabinetto di Antichità Patrie di Reggio Emilia (oggi Museo “Gaetano Chierici”) si arricchì dei molti materiali provenienti da Luceria.
Scavi archeologici
Le ultime campagne di scavo, realizzate fra il 1983 e il 2008, hanno contribuito a portare alla luce diverse strutture dell’antico abitato aumentando le conoscenze sulle fasi di vita della città. I romani infatti si insediarono in un centro che era già abitato, da popolazioni di cultura Ligure, vista la posizione di rilievo all’imbocco della Val d’Enza lungo una direttrice di traffico trans-appenninico già documentata in età protostorica.
La presenza in età romana della strada di collegamento fra Parma e Lucca, il cui unico tratto certo rinvenuto è proprio a Luceria, spiega l’importanza di questo piccolo centro in un punto in cui si incontrano le risorse prodotte in Appennino e quelle provenienti dalla pianura e dal porto fluviale di Brixellum. Il tratto di strada visibile rappresenta un cardine, con orientamento nord-sud, interno alla centro abitato su cui dovevano sorgere edifici ausiliari al commercio sulla via. La sua struttura a schiena d’asino è composta di ciottoli fluviali posati su strati di ghiaia. Al di sotto gli scavi hanno documentato una pavimentazione stradale precedente.
Il commercio è testimoniato anche dai frammenti di anfore rinvenuti che raccontano di traffici di vino dall’area campano-laziale, di olio dall’istria fino al garum, la tipica salsa iberica a base di acciughe. Nell’area archeologica sono visibili due grandi aree al lato della strada, conservata per una lunghezza di circa 13 metri. Ad est vi sono i resti dei muri di un edificio costruito in più fasi che si affacciava sul marciapiede con un porticato. Alla prima costruzione di dimensioni ridotte e forma quadrangolare, vengono accorpati altri edifici durante la fase imperiale. L’edificio era probabilmente la sede di una casa-bottega, ovvero un edificio polifunzionale di supporto alle attività di commercio che la strada veicolava. Spazi dove consumare pasti, vendere merci e, eventualmente, riposare durante il viaggio. L’area occidentale invece presenta un grande spazio aperto di circa 30x90m, destinato ad ospitare mercati, probabilmente di bestiame. Nella fase più antica la piazza doveva essere circondata da un portico che lascia spazio, durante il I sec. d.C. ad un semplice muro perimetrale.
La nuova Area Archeologica, inaugurata il 31 maggio 2014, occupa il pianoro compreso tra la sponda destra del torrente Enza e la strada provinciale 513; sono ben visibili le vestigia di una vasta area pubblica, di alcuni edifici (botteghe e abitazione) e un tratto dell'antica strada (cardo).
Bibliografia a cura di Simone Gibertini Phd:
Maurizio Corradi-Cervi, Gli scavi di Luceria, Parma, Tipografia già Cooperativa, 1937 (Quaderni de "La giovane montagna", 6).
Otello Siliprandi, Notizie di Luceria, Reggio nell'Emilia, Artigianelli, 1929.
Luciano Patroncini, «Luceria», in Bollettino Storico Reggiano, 2, 4, 1969.
Enrica Cerchi, «Luceria e il popolamento romano nella bassa valle dell'Enza», in L'Emilia in età romana. Ricerche di topografia antica, Modena, Aedes muratoriana, 1987, pp. 69-83.
Enrica Cerch, L'identificazione del centro di Luceria/Nuceria e i rinvenimenti di Ciano d'Enza (RE), tesi di laurea di E. C.; Relatore: Daniela Scagliarini Corlaita, Università degli studi di Bologna, a.a. 1990-1991, 2 volumi, (Università degli studi di Bologna, Facoltà di lettere e filosofia, Corso di laurea in storia ind. antico).
Luciano Patroncini, Luceria d'Enza. Insediamento ligure-romano nel territorio di Canossa, Reggio Emilia, Associazione industriali della provincia di Reggio Emilia, 1994.
Enzo Lippolis, Canossa area archeologica di Luceria, [S.l.] : Gli Amici di Luceria, [199.].
Enzo Lippolis, «3. 17 Canossa, loc. Luceria», in Archeologia dell'Emilia-Romagna, 1, 2, 1997, pp. 75-78.
Roberto Chiari, Gianluca Lanzola, Barbara Truzzi, «I manufatti arenitici del sito archeologico di Luceria (Ciano d'Enza)», in Archeologia dell'Emilia-Romagna, 2, 1, 1998, pp. 127-136.
Enzo Lippolis, «3.28. Canossa, Luceria», in Archeologia dell'Emilia-Romagna, 2, 2, 1998, pp. 78-80.
Enzo Lippolis, «Tannetum e Luceria», in Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a. C. all'età costantiniana, a cura di Mirella Marini Calvani, con la collaborazione di Renata Curina ed Enzo Lippolis, Venezia, Marsilio, 2000, pp. 405-408.
Luceria. Il sito archeologico dallo scavo alla valorizzazione, Ciano d'Enza (RE), Atti della giornata di studi del 31 maggio 2014, a cura di Marco Podini e Francesco Garbasi, Reggio Emilia, Musei Civici, 2014 (Strenna di Pagine d'Archeologia, 3).
Luceria: vivere il passato e progettare il futuro, progettisti: Areas Progetti: Paolo Soragni; collaboratori: Mariachiara Gandolfi, Ilaria Manotti, [S.l. : s.n.], 2016.
Paolo Storchi, Regium Lepidi, Tannetum, Brixellum e Luceria. Studi sul sistema poleografico della provincia di Reggio Emilia in età romana, Roma, Quasar, 2018.
Periodi di Apertura:
Il sito archeologico è visitabile su prenotazione o nel corso degli eventi che vi vengono organizzati.
Attualmente gestione affidata ala società ArcheoVea
Attualmente gestione affidata ala società ArcheoVea
Notizie aggiuntive:
Per maggiori informazioni:
Biblioteca comunale "l.L. Ghirardini" - Centro Culturale del Comune di Canossa
P.zza Matilde di Canossa, n. 2
42026 Ciano d’Enza-Canossa (RE)
Tel. 0522.248404 – 248423
centroculturale@comune.canossa.re.it
www.comune.canossa.re.it
Facebook Comune di Canossa
Ufficio Informazioni Turistiche U.I.T. "Le Terre Matildiche"
Loc. Castello di Canossa, 22 - 42026 Canossa
Telefono: 366.2287340
E-mail: uit.terrematildiche@gmail.com
Biblioteca comunale "l.L. Ghirardini" - Centro Culturale del Comune di Canossa
P.zza Matilde di Canossa, n. 2
42026 Ciano d’Enza-Canossa (RE)
Tel. 0522.248404 – 248423
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Ufficio Informazioni Turistiche U.I.T. "Le Terre Matildiche"
Loc. Castello di Canossa, 22 - 42026 Canossa
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Link Utili:
Comune:
CANOSSA
Piazza Matteotti, 28 - loc. Ciano d'Enza, 42026 Canossa (RE)
0522 248411, 0522 248450
urp@comune.canossa.re.it
www.comune.canossa.re.it
Ultimo aggiornamento: 7 Marzo 2023