Valle del Riarbero

Località:
42037 Collagna
Comune:
VENTASSO
Piazza Primo Maggio, 3, Loc. Cervarezza, 42032 Ventasso (RE)
0522/891911, 0522 891520
info@comune.ventasso.re.it
www.comune.ventasso.re.it
Come arrivare:
Si raggiunge Cerreto Alpi percorrendo la SS. 63 in direzione passo del Cerreto.
Dista dal Capoluogo circa 6 km.
Il percorso inizia nel borgo presso il cimitero.
Area Turistica:
Alto Appennino Reggiano
Zona Geografica:
Appennino
Notizie aggiuntive:
Note tecniche: il percorso, facile, presenta un dislivello di m 505 e una lunghezza di m 10500. Periodo consigliato è l'estate; tempo di percorrenza: 4-4h30'.
Testo Analitico:
Il percorso inizia nell'abitato di Cerreto Alpi (m 930 s.l.m.), nelle vicinanze del cimitero, e segue una strada lastricata (con fondale in pietra) che ci introduce nei castagneti, dove, all'interno, sono ancora visibili alcuni metati (piccole costruzioni in pietra che servivano per essiccare le castagne). Proseguendo lungo il torrente Riarbero arriviamo alle ferriere, dove anticamente veniva lavorato il ferro portatovi dalle miniere toscane. Lungo la valle incontriamo un bosco ceduo di faggio, e ci si addentra poi in zone che presentano formazioni di calcari cavernosi (rocce evaporitiche bucherellate depositatesi circa 200 milioni di anni fa) ed affioramenti rocciosi dall'aspetto caotico. Fino ad arrivare, infine, all'abitato di Vaglie (m 980), in comune di Ligonchio. Il fiume
L'azione modificatrice delle acque si realizza mediante l'erosione, il trasporto e la sedimentazione di materiale roccioso. Nei punti in cui è maggiore l'energia della corrente, il corso d'acqua scava il proprio alveo nella roccia. Il Torrente Riarbero scorre tra bancate rocciose di arenaria, incidendole, modellandole e provocando il distacco di alcuni grossi frammenti. La storia
Alla fine del quattrocento in Garfagnana sorsero le ferriere o magone estensi di Vallico e di Fornovalasco e alla fine del cinquecento fu un garfagnino ad iniziare la costruzione della Ferriera del Rialbo.
Il minerale ferroso era trasportato a dorso di muli dall'Isola d'Elba attraverso il Passo di Cavorsella, e la ghisa (o ferrazzo) veniva acquistata a Firenze e Follonica. L'acqua del Riarbero era utilizzata come forza motrice per magli, mole e mantici. La vegetazione
La vegetazione riparia caratterizza le rive dei corsi d'acqua: sulle alluvioni, nelle anse e sulle sponde degli alvei torrentizi si possono formare boschetti costituiti da ontano bianco, salice rosso e salice a foglie lanose. Queste formazioni possono essere distrutte dalle piene ma, grazie alla loro crescita rapida, alla diffusione in acqua dei semi e alla loro capacità di propagazione vegetative (talea), nel giro di pochi anni possono colonizzare i detriti di copertura più recente e ricostruire piccoli boschi. La goemorfologia
L'aspetto del paesaggio è il risultato sia dei processi che lo hanno modellato e che lo modificano incessantemente. I versanti formati da rocce tenaci e resistenti come le arenarie si modellano lentamente e sostengono anche pareti ripidissime e verticali. Esempi spettacolari di questa morfologia sono gli "schiocchi" del Secchia, dell'Ozola e del Riarbero.
Cessato il modellamento glaciale, l'erosione fluviale ha prodotto vere e proprie forre, profonde incisioni nella roccia che superano il centinaio di metri di altezza. La fauna ittica
Le acque limpide, fredde e ricche di ossigeno dei tratti iniziali dei corsi d'acqua sono l'ambiente ideale della trota fario, il vairone e il barbo. Riconoscibile per la presenza sui fianchi di macchie rosse circondate da un alone chiaro, la trota fario è un attivo predatore. Avannotti, invertebrati, piccoli pesci e larve di anfibi costituiscono le sue prede abituali. In alcuni torrenti, ruscelli e laghi del Parco è presente il gambero di fiume: specie indicatrice di una buona qualità delle acque, non risulta facilmente osservabile.
(Percorso Natura n. 18)
Ultimo aggiornamento: 7 Marzo 2023