Castello di Canossa

Località:
Canossa - 42026 Canossa
Contatti:
- 0522.877104 Castello di Canossa
- info@castellodicanossa.it
Come arrivare:
Periodi di Apertura:
Dal martedì a venerdì dalle 10:00 alle 16:00 (orario continuato).
Sabato e domenica dalle 10:00 alle 18:00 (orario continuato)
NEI MESI INVERNALI, A CAUSA DEL METEO, L'APERTURA PUO' SUBIRE VARIAZIONI O PUO' ESSERE DECISA LA CHIUSURA, SI INVITA A CONTATTARE LA GESTIONE.
APERTURE FESTIVE E STRAORDINARIE:
– Pasqua e Pasquetta 2024;
– gioverdì 25 aprile 2024;
– mercoledì 1 maggio 2024;
– domenica 2 giugno 2024;
– giovedì 15 agosto 2024.
Il castello e il museo saranno aperti alle visite dalle ore 10:00 alle ore 18:00 (orario continuato).
GIORNATE CON INGRESSO GRATUITO
Si comunica che nei seguenti giorni specificati di seguito, l’accesso al Castello e al Museo sarà gratuito per tutti i visitatori:
– Dal mese di ottobre al mese di marzo: ogni primo martedì e ogni prima domenica del mese;
– Festa del Santo Patrono della chiesa di Canossa (S. Biagio): 3 febbraio.
– Festa del Santo Patrono del comune di Canossa (S. Martino Vescovo): 11 novembre.
Tuttavia, si desidera precisare che eventuali visite guidate durante questi giorni rimarranno soggette alla tariffazione standard del biglietto d’ingresso.
Lunedì giorno di chiusura.
Info: Associazione Matilde di Canossa ODV.
Email: info@castellodicanossa.com - Tel. 0522.877104
Tariffa d'ingresso:
oppure presentando il biglietto acquistato al Castello di Rossena €3,00
Origini storiche:
Il sasso di Canossa, dal punto di vista geologico, è costituito da calcare oligocenico, e si eleva a 576 metri sul livello del mare.
Il castello venne fondato probabilmente alla metà del X secolo da Adalberto Atto. Tutt’ora non sappiamo quali strutture esattamente costituissero il complesso da lui realizzato ma è probabile che esso si imperniasse su di una modesta residenza fortificata e su quello che diverrà poi il prospero monastero benedettino di Sant’Apollonio.
Di quel primo antico complesso rimane ben poco: gli imponenti ruderi che oggi si vedono sulla rupe sono per lo più riferibili al tardo medioevo ed ai secoli successivi. Ciò si deve ad una combinazione di fattori, quali il naturale degrado delle strutture dovuto al tempo e all’abbandono, il collasso di parte dei versanti del massiccio roccioso sul quale il castello sorgeva, ma anche ai danni riportati durante almeno due assedi e alle trasformazioni edilizie avvenute attraverso i secoli. La lettura dei ruderi, delle planimetrie ottocentesche e il confronto con altri castelli coevi consentono però di formulare un’ipotesi restitutiva plausibile, riferita ai tempi della Contessa. La conformazione sottile ed allungata della cresta della rupe ha infatti condizionato notevolmente lo schema costruttivo dell’impianto: esso doveva imperniarsi, presumibilmente, su di un nucleo residenziale difeso collocato in sommità e separato dal centro monastico, posto più in basso, tramite un diaframma difensivo. Si otteneva così una compartimentazione per recinti paralleli, con specifiche funzioni e accessi indipendenti, che garantivano attività diverse senza interferenze. Questa è una caratteristica peculiare, che renderebbe questo castello l’unico di tutto lo scacchiere nel quale coesistessero, già in origine, funzioni difensive, signorili e cultuali. La presenza della chiesa e del monastero hanno certo favorito lo storico incontro del 1077.
La rocca è stata fonte d'ispirazione di narratori e poeti. Ludovico Ariosto, che vi soggiornò, nell'Orlando Furioso descrisse la rupe su cui immaginava sorgesse la rocca incantata di Atlante .
Naborre Campanini sosteneva che "la superficie della vetta misura nella massima lunghezza 80 metri e 30 nella larghezza media: il perimetro non supera i 1200 e tutta l'area è stata calcolata poco più di duemila metri quadrati; minore di oltre un terzo dell'antica per le frane periferiche che massime da mattino, da mezzogiorno e da ponente, hanno divorato la rupe". L'area occupata dal complesso era, comunque, "comoda e sufficiente a un grande castello" specie in considerazione del fatto che "Canossa fu una fortezza, non un palagio signoresco creato per gli agi di una vita queta all'agio. La stessa Matilde vi dimorò solo a brevi intervalli e ne' pericoli; mentre comunemente soggiornò alle Carpineti, nel castello fabbricato da lei, dove tenne l'ordinaria sua corte" .
Lungo l'Appennino Reggiano, tra i corsi dell'Enza e del Secchia, numerose strutture fortificate si allineano secondo direttrici preordinate, che raggiungono, parallelamente, a diverse quote altimetriche, il confine della Tuscia.
Il castello di Canossa sorgeva in una posizione strategica, lungo la fascia dell'Appennino tra Parma e Bologna, dove confluivano le più importanti vie di comunicazione del nord Europa verso Roma, la via del Brennero, del Sempione, del San Gottardo, la Francigena e quella del San Bernardo.
Non bisogna dimenticare che in epoca medievale il viaggio aveva assunto una connotazione particolare: migliaia di pellegrini decidevano di affrontare, per terra o per mare, percorsi lunghi, difficoltosi ed insidiosi per raggiungere i luoghi della fede, in quanto i cosiddetti "cammini del cielo" costituivano il massimo fine esistenziale dell'individuo.
Canossa era senza dubbio un punto di collegamento fondamentale nell’antico sistema viario.
Le ricerche condotte sul sito hanno permesso il ritrovamento di tracce di insediamenti di età romana.
Nel caso di alcuni frammenti di mattoni manubriati e di tegoloni, oggi esposti nel museo locale, si è concluso che trattasi di materiali di recupero provenienti da qualche zona pedecollinare e riutilizzati per la costruzione del castello o in occasione di qualche rifacimento dello stesso.
Ma la scoperta da parte di Gaetano Chierici di un pavimento in gittata di cocciopesto (di dimensioni ridotte) ricoperto da una pavimentazione medievale, ha suggerito la presenza nel sito di un insediamento romano.
Il Campanini aveva evidenziato tale pavimento nel disegno da lui eseguito della pianta del sito, ma questo non determinò un successivo approfondimento delle indagini.
Nel 1894 il prof. Tito Bentivoglio della Società dei Naturalisti di Modena decise di analizzare i frammenti del pavimento, concludendo che i tre strati che lo componevano corrispondevano dettagliatamente a quelli testificati da Vitruvio nel trattato De Architectura.
Del resto, la presenza di insediamenti romani in quel luogo non è ingiustificata se si considera che la Via Tabularia Brescello-Luceria, posta ai piedi della rupe, costituiva già in tempi remoti il collegamento obbligato tra il nord ed il sud della penisola .
Link Utili:
Comune:
CANOSSA
Piazza Matteotti, 28 - loc. Ciano d'Enza, 42026 Canossa (RE)
0522 248411, 0522 248450
urp@comune.canossa.re.it
www.comune.canossa.re.it
Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre 2023